Il glicine che mi portò via un sogno  
																		L'odore del glicine al balcone, 
ti ricordi nonna, 
avevamo piantato un sogno insieme. 
L'albero cresceva, con me 
e tu invecchiavi. 
Com'è triste novembre, 
il glicine perdeva le sue foglie, 
ti stringevo piano, 
per non farti male, 
e tu in quel letto di dolore 
a malapena mi riconoscevi. 
Eri tornata come prima, 
sembravi una bambina 
che cercava le coccole. 
Anna, chi sei? Mi chiedevi 
dov'è la mia famiglia, e mia figlia? 
Nonna, le rispondevo, è qui 
ti è sempre accanto, ma non capivi. 
Quel morbo ti ha portato via dalla vita, 
ha mandato in tilt la tua mente, 
una condizione umiliante 
per te che tanto dolcemente 
ci hai sempre accuditi. 
Coi sensi assopiti da tante medicine, 
meno male che non hai sentito gran dolore, 
ti sei addormentata piano piano 
chiamandomi per nome, 
stringendo la mia mano. 
Il glicine ad aprile metteva le sue foglie... 
Cominciò a fiorire.
																		
Autore: Anna De Santis -